Marino de Medici, che per quasi tre decenni ha raccontato l’America agli italiani dalle pagine del quotidiano romano ‘Il Tempo’ è morto a 89 anni nella sua casa di Winchester in Virginia. De Medici era considerato il decano dei corrispondenti stranieri nella capitale: nel 1987, l’anno in cui era andato in pensione, aveva scritto da Washington più di ogni altro collega accreditato, all’epoca circa 500 giornalisti da 60 Paesi. De Medici era arrivato negli Usa nel 1954 come studente del programma Fulbright. Aveva passato la sua carriera ad analizzare e interpretare per i lettori italiani la società e la politica americana coprendo sei presidenti, da Jfk a Ronald Reagan. “Il ruolo del corrispondente”, aveva detto in un’intervista del 1985, “non è solo di dare le notizie ma di chiarire, analizzare e spiegare quel che sta succedendo negli Usa e interpretare il suo significato per il proprio Paese e per il resto del mondo. In questo modo il corrispondente diventa un player in un gioco sofisticato d potere e di influenze”. Tra i grossi temi che avevano occupato il suo lavoro di giornalista c’era stato il Watergate e le dimissioni di Richard Nixon: “Trovai difficile spiegare agli italiani che non era una manovra politica per prendere la Casa Bianca, ma una questione costituzionale, morale e giudiziaria il cui esito finale non fu dettato dalla politica ma dalla piena forza della legge”. De Medici lavorava in presa diretta: “Se sei pigro, come corrispondente estero puoi limitarti a copiare il ‘Washington Post’ e nessuno se ne accorgerebbe”, ma lui non era pigro. Era anche consapevole dell’handicap che pesa sul lavoro dei corrispondenti perchè le loro firme, così come le loro testate, non sono particolarmente conosciute negli Usa: di conseguenza sono spesso ignorati dai politici che, a meno che non corrano per la presidenza, sono più interessati a proiettare la loro immagine all’interno piuttosto che all’estero. Nato a Roma e cresciuto in Romagna, de Medici aveva cominciato a lavorare al ‘Messaggero’ quando aveva ricevuto la Fulbright per studiare negli Usa. Si era laureato in giornalismo alla University of Washington nel 1955 e poi nel 1963 aveva preso un master a Berkeley. Tra i due diplomi era tornato in Italia e lavorato all’ANSA fino al 1960 quando l’agenzia lo aveva mandato a Washington per aprire il suo primo ufficio nella capitale. Quattro anni dopo era passato al ‘Tempo’ dove era rimasto fino al 1987. Era poi tornato a Roma a lavorare all’Ifad, l’agenzia dell’Onu per il finanziamento dell’agricoltura. Nel 1998 si era stabilito a Winchester dove aveva insegnato giornalismo alla Shenandoah University continuando a scrivere per media italiani e il ‘Northern Virginia Daily’.