Il destino dell’Ucraina è ormai indissolubimente legato a quellodell’insurrezione che sconvolgerà quel vasto territorio. È ancorapresto per preconizzarlo, ma l’invasione a lungo pianificata da Vladimir Putin non raggiungerà i suoi obiettivi ma falliràdinanzi ad una resistenza nazionale assistita e rifornita dagliStati Uniti e dall’alleanza dei maggiori Paesi europei. Il datocentrale è che l’Ucraina è circondata da quattro Paesi NATO: Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia. Da questi Paesifiltreranno le armi e le munizioni per la resistenza. I sollevamenti popolari anti-Mosca si allargheranno ad altri Paesidell’orbita russa, dalla Bielorussia al Kazakhastan, e influenzeranno disordini all’interno della Russia stessa.
La storia delle insurrezioni nel mondo è lunga e colma di stragi, dall’ingresso degli Stati Uniti nel tritacarne vietnamita nel 1965 all’invasione russa dell’Afghanistan nel 1979, dall’interventoamericano in Irak nel 2003 a quello ben più disastroso in Afghanistan, appena conclusosi con la vittoria dei Talebani. Questi ed altri interventi ipocritamente giustificati sotto l’egidadi “pacificazione” tornano in scena in una Ucraina invasa daicosiddetti “peacekeepers” russi. In questo teatro, che Putin considera possedimento russo fraudolentemente sottrattoglidall’Occidente, il nazionalismo interno e il movimento anti-russo trovano ora ampio sfogo nella tenace resistenzaall’occupazione russa.
Gli Stati Uniti hanno avuto abbastanza a che fare con insurrezioni da non saper applicare quelle lezioni allo scenario ucraino che Vladimir Putin ha spalancato con l’invasione. Per poter prevalere, un’insurrezione ha bisogno di forti reserve di combattenti, di linee di rifornimento affidabili e di “santuari” neiPaesi limitrofi. Ma la chiave per giudicare le possibilità di successo, o quanto meno di sopravvivenza di una insurrezione è univoca: la volontà dei rivoltosi di combattere all’ultimo sanguecon il sostegno morale, politico e materiale della popolazione.
Ciò detto, è chiaro che gli Stati Uniti costituiscono la principalefonte di supporto per l’insurrezione ucraina. Del resto, gli StatiUniti hanno fornito materiali bellici ed addestramento alle forzearmate ucraine per anni. Gli aiuti militari dovranno orapervenire agli ucraini per vie occulte ma questo non sarà un ostacolo alla tentacolare capacità della CIA di operare nei teatribellici. Alle sue origini, la CIA, nota allora come Office of Strategic Services – fornì decisiva assistenza alle forze dellaresistenza in Francia, Olanda, Italia e nell’Asia Orientale. In Ucraina, un programma di addestramento di forze speciale esistesin dal 2015 ad opera dell’Amministrazione Obama a seguitodell’annessione russa della Crimea nelll’anno precedente.
Le forze della resistenza ormai in atto hanno dunque avuto anni per prepararsi non soltantoagli scontri tipici della vecchia guerriglia, ma all’impiego dellenuove tecnologie tra cui spiccano i drones e le comunicazioni satellitari. Questefacilitaranno l’agilità operativa e lo sfruttamento dell’intelligence della NATO a beneficio di una resistenza altamente mobile e ben articolata. In una misura che per il momento non è possibilequantificare, giocheranno un ruolo anche le incursioni organizzate dall’esternodell’Ucraina. Le forze di occupazione russa saranno comunque i bersagli di attacchi mirati adinfliggere pesanti perdite umane ed a negare alle forze di Putin il controllo su parti del territorioucraino. In pratica, i 150.000 soldati russi dislocati in Ucraina non basteranno ad assicurarea Putin il raggiungimento del suo fondamentale obiettivo, quellodi soggiogareil Paese confinante.
Ed infine, le perdite russe rivelano che il piano strategico di decapitare in breve tempo la leadership ucraina non è finorariuscito dinanzi ad azioni di straordinario coraggio della resistenza non solo militare ma civile. Un ultimo importante risultato della resistenza – oltre a quello di rafforzare l’impegno delle nazioni del mondo libero per l’indipendenzadell’Ucraina – è quello di aver dimostrato in maniera brutale alla popolazionerussa che le forze inviate nell’Ucraina sono tutto meno che “liberatori”. Per il momento, gli alti comandi militari e i circoli kleptocrati del Cremlino giustificano l’occupazione russa dell’Ucraina. Ma questo quadroè destinato ad evolversi man mano che apparirà chiaro che la partita è fortemente in bilico ed a lungo andare potrà essere persa da Vladimir Putin.