In una nazione come l’America, immersa nel caos indotto da una presidenza perversa, e’ difficile prevedere il ruolo che la nuovaamministrazione Biden potra’ svolgere per ristabilire la “normalita’”. Ma alcuneanticipazioni son fondate. Primo, la campagna di Trump volta a delegittimare la presidenza Biden non si arrestera’ il 20 Gennaio con l’insediamento del nuovo presidente ma continuera’ negli anni avvenire. Secondo, l’America non tornera’ alla normalita’ per molto tempo ancora.
Il presidente Biden trovera’ un governo in stato di sfacelo. La priorita’ sara’ essenzialmente quella di ricostituire la burocrazia federale, una massiccia entita’ che gestisce un bilancio di cinque trilioni di dollari e tre milioni di dipendenti. Il problema piu’ preoccupante e’ rappresentato dalla necessita’ di eliminare al piu’ presto la folta schiera diideologi repubblicani nominati da Trump che hanno stravolto l’ordinato funzionamento della burocrazia federale con una valanga di ordini esecutivi e regolamenti amministrativi che riflettono gli indirizzi di estrema destra. Associati all’estremo livello di incompetenza di Donald Trump – che ha governato con istinti viscerali, dei quali si vanta, senza curarsi di riflettere sulla portata di tali corsi di azione – l’esecuzione di quegli ordini esecutivi ha plasmato una ortodossia che priva i principali organi di governo, dal Dipartimento di Stato all’agenzia per la protezioneambientale, di ogni potere deliberativo. Tra i dipartimenti vittime dellacombinazione di incompetenza ed insensata ideologia vi e’ quello della difesa, che Trump ha di recente popolato di “loyalists”, elementi a lui leali e prividi esperienza e capacita’ in un settore cruciale per la sicurezza degli StatiUniti. Mancano ancora una cinquantina di giorni all’insediamento del nuovo presidente ma e’ certo che la purga continuera’ per coloro che non partecipanoall’assurda strategia escogitata per ribaltare il risultato delle elezioni.
Un’altra crisi istituzionale che tormentera’ l’amministrazioneBiden risiede nel senato. Se le elezioni senatoriali del 5 gennaio nella Georgia dovessero essere vinte dai due candidati repubblicani, il sen. McConnell, leader della maggioranza, avrebbe una quantita’ di bastoni da gettare tra le ruote dell’amministrazione Biden, bloccando l’approvazione di nomine di alti funzionari e confermando la validita’ di molti regolamentitrumpiani.
Ma il destino dell’America e’ legato ad un’altra pesante incognita che continuera’ a gravare aldila’ dello sconquasso apportato da Donald Trump. Questa incognita porta il nome del partito repubblicano, cheTrump ha trasformato in un partito che potrebbe definirsi hitleriano. Vale anzi il richiamo a “1984”, il distopico mondo di George Orwell, nelquale il funzionario di partito O’Brien impartisce questo comando: “non ci sara’ lealta’, eccetto la lealta’ per il partito”. Il partito orwellianoha un nome: Trump. Aggiunge il funzionario creato da Orwell: “non ci sara’ da ridere, eccetto che per il trionfo sul nemico sconfitto. Quandosaremo onnipotenti, non avremo piu’ bisogno della scienza”. E’ un passaggio che fa rabbrividire un democratico perche’ riflette la filosofia demagogica del trumpismo per la quale l’avversario politico e’ un nemico e la scienza qualcosa di cui non ci si puo’ fidare.
Il diniego della scienza ha gia’ avuto conseguenze catastrofichein America, dove piu’ di un quarto di milione di persone hannoperso la vita per il covid-19, sminuito da Trump agli inizi come un “hoax”, ossia un inganno. Una tale sciagurata negligenza avrebbe dovuto mettere sull’avvisoquegli americani che ripongono assoluta fiducia nella leadership di Trump. Non e’ successo, ma c’e’ altro. In questi giorni, due terzi dei “loyalists” repubblicaniapprovano la campagna di Trump volta ad annullare l’esito dell’elezionepresidenziale. Salvo poche eccezioni, i leader repubblicani al Congresso si sono rifiutati di accettare l’elezione di Biden. Tra i pochi che hanno condannato il tentativo di Trump di ribaltare il risultato elettorale, senza prove di presunti brogliorditi da una centrale comunista, si e’ distinto il senatore Mitt Romney, candidato repubblicano nel 2012, con questa dichiarazione: “E’ difficile immaginare una peggiore e piu’ antidemocratica azione da parte di un presidente in carica”. Romney ha accusato Trump di aver fatto “ricorso a pressioni dirette su funzionari statali e locali per sovvertire la volonta’ del popolo e rovesciare l’elezione”.
Le pressioni in atto per bloccare la “certification” dell’esitoelettorale in varie stati chiave saranno respinte dalla magistratura degli stessistati ma resta agli atti che Trump ha abusato del suo potere sforzandosi di convincere i cosiddetti “electors” ad ignorare i loro obblighi ai termini deglistatuti statali. Anche di questo Donald Trump dovra’ rispondere dinanzial tribunale della storia. Ma vi e’ un altro ordine di sovvertimentodella politica americana attribuibile a Trump, l’avvento in America di un concetto di normalita’ nella quale vengono accettate e diffuse, su una scala incredibilmente vasta, le piu’ fantasiose, e per versi criminaliteorie di complotti. La proliferazione di tali teorie continuera’ per molto tempo ancora, anche perche’ i social media si sono dimostrati incapaci, se non riluttanti ad eliminarle dai loro contenuti.
Quanto ai repubblicani, va preso atto del fatto che non rappresentano piu’ quel che un tempo veniva conosciuta come la “lealeopposizione”. La loro “lealta’” ha un solo destinatario, Trump o qualunque leader repubblicano deciso ad annientare il “nemico” democratico. Senza la cieca accettazione del trumpismo da parte di una base che si calcola superi i 37 milioni di americani Trump non avrebbe potuto moltiplicare I suoi sforzi volti a snaturare la democrazia americana. Dopo aver fatto dei tweets uno strumento di costante spudorata menzogna, Donald Trump si e’ presentato ripetutamente in pseudo conferenze stampa per annunciare di aver vinto le elezioni. Dietro le quinte, il presidente si e’ sforzato di persuadere i leader repubblicani del Michigan ad alterare il processo di “certificazione” e ad attribuirgli i voti elettorali dello stato. Anche ammesso che ci fosse riuscito, non sarebberobastati a conferirgli la maggioranza del Collegio Elettorale. Ma glistessi leader repubblicani del Michigan hanno escluso una revisione della“certification” dichiarandosi a favore di un “normale” processo elettorale. E’ facile argomentare che quello che Trump si prefiggeva era di ottenere un’ulterioredimostrazione della disgregazione politica in cui versa l’America, atteggiandosia fattore decisivo del futuro nazionale. Fino a che punto questodisegno di Trump portera’ alla corrosione della societa’ americana e’ un interrogativo che impegna a fondo l’amministrazionedemocratica nel suo compito di reintegrare la normalita’ costituzionale ai piu’ alti livelli di governo. Esiste comunque un addentellato positivo ai fini del ritorno alla normalita’. L’irrazionale e anticostituzionaleresistenza del partito repubblicano alla presidenza Biden permette allanuova ammministrazione di agire senza consultazioni con un senatorepubblicano ed imponendo norme legislative senza il consenso del Congresso, possibilmente a colpi di ordini esecutivi. In questi frangenti, l’America perdera’ i suoi connotati di democrazia ad ampia partecipazione. Realisticamente, sara’ l’unica possibilita’ di vaccinare l’America dal morbo antidemocratico del trumpismo.
grazie Marino. Quante cose stiamo vivendo! Giovanna
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