Dove puo’ arrivare Elizabeth Warren? Di giorno in giorno, la sua candidatura rosicchia punti percentuali a quella del capofila democratico, l’ex vicepresidente Biden. Nell’Iowa, di fatto, la Warren ha sorpassato Biden. La media dei sondaggi nazionali calcolata da RealClearPolitics assegna il 28,8 delle preferenze a Biden ed il 18,3 alla Warren. La senatrice del Massachusetts e’ partita alla carica contro la stessa leadership democratica al Congresso condannandola per aver resistito alle crescenti sollecitazioni per l’avvio della procedura di impeachment nei confronti del presidente Trump. E’ un’accusa durissima quella che la Warren ha lanciato, affermando che “rifiutandosi di agire, il Congresso si fa complice nell’ultimo tentativo di Trump di sollecitare l’interferenza esterna al fine di aiutarlo nelle elezioni degli Stati Uniti”.
La senatrice Warren ha ormai definito il suo bersaglio. E’ lo speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, una delle donne piu’ potenti nella recente storia americana. All’indomani della pubblicazione del rapporto dell’inquisitore speciale Robert Mueller, la Warren aveva fatto pressioni sulla Pelosi perche’ desse via libera alla procedura di impeachment. La Pelosi, riluttante, non aveva accolto l’appello, ritenendo che la messa in stato di accusa del presidente potrebbe rivelarsi un boomerang per i democratici, solidificando lo zoccolo gia’ duro dei partigiani di Donald Trump. La situazione si e’ fatta nuovamente critica a seguito della controversia scoppiata attorno alla telefonata di Trump al neo presidente ucraino Zelenski per ottenere che venisse aperta un’inchiesta sul ruolo svolto dall’ex vicepresidente Biden a favore del figlio Hunter, gia’ presente in Ucraina con interessi presso un’industria del gas. I democratici hanno aperto il fuoco accusando Trump ed il suo alter ego Giuliani di aver minacciato il blocco dei fondi destinati all’Ucraina in mancanza di misure nei confronti di Hunter Biden. Joe Biden ha reagito violentemente negando di essere intervenuto a favore del figlio e sfidando Trump a rendere di pubblica ragione il testo registrato della sua conversazione con Zelinski. Questa volta la Warren non si e’ limitata a criticare l’operato del suo partito ma ha scagliato un’altra feroce accusa ai repubblicani al Congresso, alcuni dei quali defendono Trump a spada tratta mentre altri, di fatto la maggioranza, non aprono bocca.
La crociata intrapresa dalla Warren investe ormai il Congresso ed in particolare la maggioranza democratica alla Camera dei Rappresentanti, che la senatrice sprona, anzi sferza, ad agire nei confronti del capo dell’esecutivo, analogamente a quanto fecero assieme democratici e repubblicani nel 1974 censurando il presidente Nixon per le provate violazioni della legge. Questa volta pero’ le circostanze non si prestano ad un’azione unitaria, con i repubblicani del senato ridotti in soggezione dal loro leader McConnell, succubo del presidente. La Warren comunque e’ andata avanti, con un’azione che minaccia di seminare forte discordia nello stesso campo democratico. L’ovvio quesito e’ fino a qual punto l’animosita’ della Warren nei confronti degli stessi leader parlamentari del suo partito possa compromettere la sua presa sulla massa moderata degli elettori in bilico nelle elezioni presidenziali del 2020.
Ad un anno dalla consultazione presidenziale, l’interrogativo e’ riassunto in una parola: eliggibilita’. E’ eleggibile Elizabeth Warren? La risposta si affida ad un metro di giudizio, quello della forza di un messaggio, prima ancora della personalita’, delle disponibilita’ finanziarie, del collocamento ideologico e del calibro dei sondaggi che possono fare o disfare un candidato. I sondaggi non possono misurare i reali sentimenti degli elettori democratici, quelli dai quali dipende il successo della candidatura di Elizabeth. Il sentimento di base e’ semplicemente il timore che conferendo l’investitura ad un’altra donna il partito si esponga ad un’altra sconfitta. Ma chi e’ la vera Elizabeth Warren? La professoressa di Harvard con un bagaglio elitista oppure la ragazza di umili origini dell’Oklahoma, dove le ristrettezze della famiglia la costrinsero ad abbandonare la scuola a 19 anni per sposarsi. Tutti sanno che Elizabeth riusci’ ad affermarsi cominciando ad insegnare ad “alunni speciali” fino ad arrivare alla cattedra di Harvard, pur commettendo l’errore di qualificarsi come “native American”, del quale dovette scusarsi.
Se si vuole trovare una definizione calzante per Elizabeth, la piu’ elegante e’ quella di “progressista appassionata”. E’ la definizione che le permette di distinguersi dal credo del “socialista democratico” Bernie Sanders, con il quale peraltro condivide una buona dose di ispirazioni sociali. Resta il fatto che finora i rilevamenti demoscopici attribuiscono a Biden un piu’ alto quoziente di eliggibilita’. Quel che fa la differenza tra i due e’ che Biden appare incapace di promuovere la propria candidatura in base alle idee mentre Elizabeth e’ una fucina di piani, il piu’ importante dei quali e’ quello di vincere le elezioni. Quale e’ dunque il maggior rischio che corre l’elettorato democratico: il soporifero Joe o la passionaria Elizabeth? La senatrice non ha il passato politico del vecchio professionista della politica ma vanta un ruolino politico impressionante in termini di regolamentazione, la disciplina amministrativa che Donald Trump si e’ prefisso di distruggere sin dal suo primo giorno alla Casa Bianca. Fu lei a proporre in un articolo la creazione del Consumer Financial Protection Bureau, un’agenzia con il mandato di proteggere gli americani dalle sopraffazioni dell’industria finanziaria e delle banche. Da allora, Elizabeth Warren ha portato avanti la battaglia contro Wall Street e l’establishment politico, democratici e repubblicani, che a suo dire ha corrotto la democrazia americana.
Tra tutti gli aspiranti alla presidenza, Elizabeth e’ quella piu’ preparata a servirsi del “bully pulpit”, la piattaforma del predicatore che esorta il pubblico muovendo tutte le leve disponibili alla presidenza per rimettere in carreggiata un’America sconvolta da un presidente sregolato e imprevedibile come Donald Trump. Resta il fatto che Elizabeth Warren ha nemici a iosa, ma i democratici che decideranno l’elezione del 2020 sanno oggi di che stoffa e’ fatta Elizabeth, che non ha mai perdonato ad Obama di essersi preoccupato di salvare le banche mentre le famiglie della classe media perdevano la casa sotto il peso della crisi finanziaria. Non c’e’ dubbio che un confronto Trump-Warren passerebbe alla storia. Tutto lascia pensare che sapremo ben presto se la ragazza indigente dell’Oklahoma, ma dalla volonta’ ferrea, sara’ parte di quella storia.